È il giorno di Divali e se da una parte del mondo migliaia di lucerne vengono accese per sancire la vittoria del bene
e la purificazione dell’anima, alle nostre latitudini il concetto di “luce che si accende” è sicuramente di eguale ed essenziale importanza.
Nel cammino verso la piena consapevolezza del voler essere, rafforzati dall’intenzione di prendere come punti cardinali della nostra bussola i pensieri, gli esempi e gli insegnamenti dei Maestri, il concetto di luce che si accende è imprescindibile.
Avere la luce come riferimento è un “must” che fa parte del nostro quotidiano, sia una lucerna accesa (a proposito, nulla vieta di accenderne una anche a casa nostra…) o una fonte dalla quale attingere per sentirsi a proprio agio e trasmettere la stessa appagante sensazione anche a chi ci sta attorno.
In alcune zone dell’India, celebrare il Divali significa anche predisorsi ad un nuovo inizio: oltre alla purificazione dell’anima si è soliti indossare abiti nuovi o iniziare nuovi libri contabili ritenendo che Divali è sinonimo anche di nuova prosperità.
Sulla solida base delle convinzioni e del “modus vivendi” costruito giorno dopo giorno, quindi, Divali è un ulteriore sprone per “alzare il livello” di alcuni ambiti della propria esistenza. Una ricchezza interiore che va condivisa con chi sta percorrendo lo stesso cammino ma anche con chi certi passi sta iniziando a muoverli in una certa direzione.
Festeggiare Divali è una grande cosa. Non farlo da soli la renderà grandissima.
