Il primo a porsi l’interrogativo fu Plutarco più di Duemila anni fa, chiedendosi come l’uomo potesse mangiare animali.
Dal 1909 fu la società inglese di Donald Watson ed Elsie Shrigley a riproporre, con voce forte, lo stesso dibattito al punto che il 1° novembre del 1944 fu istituita la prima edizione della Giornata Mondiale Vegan.
Questo racconta la storia, riconducendo ai due episodi citati ciò che, in realtà, sta divenendo un vero stile di vita per sempre più persone.
La celebrazione del 1° novembre è rimasta dal lontano ‘44 sino ad oggi, Terzo Millennio. Il vero successo della stessa si ha però nel momento in cui si stabilisce che definirsi Vegan, per moda o per convenienza, è come mettersi di traverso ai concetti che supportano chi decide di proseguire sulla strada tracciata nel corso dei tempi.
Essere vegani quindi, se da una parte comprende il chiaro rifiuto a cibarsi di tutto ciò che ha origine animale, diretta o indiretta, dall’altra poggia su solide basi, quelle costruite sugli insindacabili ed intimi valori del rispetto per l’ambiente, del rispetto per la propria salute, dell’esaltazione delle eguaglianze a scapito degli specismi, della condanna ad ogni forma di violenza. Che poi, a voler ben vedere, sono valori sui quali è possibile dare “spessore” alla propria quotidianità
La Giornata Mondiale Vegan, quindi, è la buona occasione per verificare se i passi sono stati compiuti nella giusta direzione: quella intrapresa da chi ha pieno rispetto della propria vita e che non fa nulla per ostacolare quella degli altri.
